Opportunità e rischi dell’investimento nel mercato delle materie prime
Cos’hanno in comune l’oro, il petrolio e il grano? Dal punto di vista del loro utilizzo nulla, ma relativamente alla loro funzione economica rappresentano alcune delle principali materie prime, le cosiddette commodity, le cui quotazioni influenzano i prezzi di beni e servizi e l’andamento dei mercati finanziari.
In questo periodo l’informazione economica ha focalizzato l’attenzione sui prezzi delle materie prime. L’andamento del prezzo del petrolio, in particolare, riempie le pagine dei giornali e non potrebbe essere altrimenti visto che il combustibile fossile rappresenta di gran lunga la fonte di energia più utilizzata.
Oltre alle commodities energetiche, tra le principali materie prime ci sono i metalli industriali, come alluminio e rame, i metalli preziosi, come oro e argento, le materie prime agricole e d’allevamento (grano, soia, bestiame, ecc.) e le cosiddette “soft commodity” come cotone e cacao.
La dinamica di prezzo delle materie prime è influenzata da una molteplicità di fattori: l’oro e gli altri metalli preziosi (argento, platino, palladio) rappresentano, durante le crisi economico-finanziarie, i tradizionali beni rifugio per difendersi dall’inflazione. Le materie prime agricole e d’allevamento risentono della richiesta crescente dei Paesi in via di sviluppo (Cina e India in primis) la cui popolazione, urbanizzandosi e “arricchendosi”, consuma alimenti in qualità e quantità crescenti. Le materie energetiche risentono della salute dell’economia e delle tensioni geo-politiche dal lato dell’offerta.
Come deve comportarsi il comune risparmiatore in seguito ai corposi ribassi fatti segnare negli ultimi anni dai prezzi delle materie prime?
E’ consigliabile una particolare prudenza, vista l’alta volatilità di questo mercato, ma in linea generale l’investimento nelle commodity presenta delle opportunità: la diversificazione del portafoglio, l’investimento in attività poco correlate all’andamento dei mercati azionari, la protezione dall’inflazione. Il vantaggio è rappresentato dal miglioramento del rapporto rischio/rendimento atteso dei propri investimenti, a condizione di investirvi una piccola porzione dei propri risparmi e su un indice diversificato che sia rappresentativo della materie prime nel loro complesso.
Come fare praticamente per investire? L’investimento diretto sulle Commodity è stato riservato fino a pochi anni fa soltanto agli operatori professionali, ma recentemente sono stati immessi sul mercato molti nuovi strumenti, facilmente accessibili tramite la propria banca, quali ETF tematici, ETC e Certificati, che si sono aggiunti ad un’offerta di Fondi Comuni d’investimento in fase di ampliamento.
Gli Exchange Traded Fund sono fondi indicizzati quotati che hanno l’obiettivo di replicare il più fedelmente possibile l’andamento di un indice di riferimento (azionario, obbligazionario, commodity, ecc.) attraverso una gestione passiva. I vantaggi di questi strumenti sono i bassi costi di gestione (essendo la “gestione passiva” relativamente economica da realizzare rispetto alla “gestione attiva” tipica dei fondi comuni), la diversificazione ottenibile con un singolo strumento e la quotazione in Borsa Italiana che li rende negoziabili in tempo reale attraverso il proprio intermediario finanziario.
Gli Exchange Traded Commodity, pur essendo formalmente diversi dagli ETF, hanno gli stessi vantaggi, ma a differenza di questi permettono di investire anche su un singolo sottostante (ad esempio l’oro, il petrolio, ecc.) invece che su un indice diversificato.
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