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Vivere di rendita, un miraggio?

Marzo 25, 2016 by Michele Colosio 1 commento

Vivere di rendita è il sogno, confessato o inconfessabile, di molte persone. Certo parlarne mentre stiamo ancora attraversando la crisi finanziaria peggiore del secondo dopoguerra può sembrare una provocazione, ma vivere di rendita è un’ambizione che non è riservata solo ai milionari (in euro si intende), a patto che si lavori ad una pianificazione seria, dettagliata e sostenibile.

Ma quali sono i passi necessari per quelle persone che intendono ritirarsi, in tutto o in parte, dall’attività lavorativa prima dell’età pensionabile e magari trasferirsi ai Caraibi, al mare o semplicemente in campagna?

Queste persone dovranno attivarsi per tempo per provvedere ad assicurarsi le entrate necessarie a mantenere il tenore di vita desiderato fino alla data in cui matureranno il diritto alla pensione e poi ad integrare la rendita pubblica che, avendo alle spalle meno anni di contributi versati, sarà meno cospicua.

Queste entrate potranno arrivare da diverse fonti: un lavoro saltuario o part-time, l’affitto di immobili di proprietà, il rendimento degli investimenti finanziari e dal proprio patrimonio facendo molta attenzione, in quest’ultimo caso, a pianificare dei prelievi sostenibili per non eroderlo completamente.

Prescindendo da quelle che sono le considerazioni etiche di questa scelta, sicuramente contro corrente in una società in cui il lavoro è un valore fondamentale, per progettare il proprio ritiro è necessario stabilire la meta e poi tracciare il percorso migliore per raggiungerla. In pratica bisogna quantificare il livello del tenore di vita che si vuole mantenere e il lasso di tempo entro il quale ci si vuole ritirare, pianificando una serie di passi.

Il primo è quello di assicurarsi contro i grandi rischi a cui ognuno di noi è esposto, in modo da non dover accantonare somme enormi per farvi fronte.

Nello specifico alcuni di questi rischi sono: la premorienza, l’invalidità, la malattia, la responsabilità civile e professionale, ecc.

Questa accortezza permette di limitare le somme da destinare a riserva contro gli imprevisti, che sarebbe opportuno mantenere in investimenti facilmente e immediatamente liquidabili senza il rischio di perdite di denaro, a inconvenienti come il guasto dell’auto, le multe, ecc.

Una volta assicurata la copertura dai grandi rischi è necessario analizzare dettagliatamente la propria posizione previdenziale allo scopo di individuare da quale data si maturerà il diritto a percepire la pensione e quanto si percepirà di rendita pubblica.

L’ulteriore passo che l’aspirante “rentier” deve affrontare è quello di mettere sotto controllo il conto economico familiare o, per mutuare una terminologia aziendale, il budget.

Questo significa innanzitutto limitare le spese superflue e cercare di risparmiare sulle uscite indispensabili. Per quanto riguarda le prime ci si potrebbe sbizzarrire nell’elenco, ma visto che ognuno ha le proprie sacre e insindacabili esigenze da soddisfare lasciamo al lettore il compito di farsi un esame di coscienza per provare ad individuare le voci eliminabili senza troppa sofferenza.

Le seconde sono comprimibili facendo riscorso alle varie offerte sul mercato:  ad esempio è possibile risparmiare sulle spese per il conto corrente, il telefono, la bolletta dell’elettricità, i premi assicurativi, ecc..

Quindi è necessario scattare una fotografia del proprio stato patrimoniale, ossia valutare dettagliatamente gli attivi (immobili, terreni, azioni, obbligazioni, fondi, polizze, gestioni,ecc.) e i passivi (mutui, prestiti, ecc.). E’ ovvio che il saldo positivo tra attivi e passivi è il bacino da accrescere durante la fase lavorativa, infatti è da lì che si attingeranno le risorse per poter poi vivere di rendita. A questo scopo è indispensabile ridurre al minimo i passivi, evitando ad esempio il più possibile il ricorso all’acquisto tramite carte di credito, e trarre il maggior rendimento possibile dagli attivi, iniziando con il tagliare i costi spesso inutili di prodotti finanziari inefficienti.

Spesso si dedicano tempo ed energie a cercare ad incrementare le entrate da lavoro, trascurando gli effetti positivi della cura dei propri risparmi: ad esempio è normale sottovalutare i benefici del risparmio di piccole somme che, per effetto del meccanismo dei rendimenti composti, possono assicurare a distanza di qualche anno una considerevole somma cui attingere.

Certo il progetto di vivere di rendita richiede sforzi e sacrifici, ma volete mettere la soddisfazione di dedicarsi ai propri interessi e alle proprie passioni in un’età in cui si hanno ancora la volontà e l’energia per farlo?

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Commenti

  1. DavideR. dice

    Ottobre 15, 2016 alle 9:58 am

    Non ci avevo mai pensato o lo avevo ritenuto impossibile per la mia situazione oggettiva, ma dopo aver abbozzato le prime valutazioni sto vedendo che è un obiettivo raggiungibilissimo e ho deciso di attivarmi per ottenere la Mia Libertà Finanziaria.

    Rispondi

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